fbpx

Quante sono startup-friendly l’UE e le capitali europee***

Finanziare le nuove imprese? Sì, ma solo se innovative, tecnologiche e green
  • Laura Di Rubbo

Cosa differenzia le startup dalle classiche nuove aziende? Un ragazzo che decide di avviare un’attività commerciale, come una pizzeria, può essere considerato uno startupper? Benchè nel linguaggio economico il termine startup descriva un preciso momento della vita di qualsiasi azienda, in cui l’imprenditore passa dalla definizione della sua idea alla ricerca di una base finanziaria per avviarla, è ormai convenzione comune identificare con il termine startup solo quelle aziende che riescono a portare con successo sul mercato qualcosa che non è mai stato fatto prima, soprattutto nel campo del web, della tecnologia e dei servizi digitali.

La caratteristica distintiva di ogni startup é dunque l’innovazione, ma anche l’incertezza del risultato. In termini finanziari, startup è quindi una parola che porta con sè un fattore di rischio maggiore rispetto ad una classica pizzeria. 

E il discorso diventa ancora più complesso se si parla di startup “green”. In un trend sicuramente positivo per la creazione di impresa (oggi qualcuno direbbe che le startup sono addirittura di moda), come si muovono gli innovatori “green” e perché non è emerso finora un filone consistente di startup green? La prima difficoltà che si trovano ad affrontare le aziende innovatrici sostenibili è nella ricerca dei fondi.

La sfida è quella di dover dimostrare di apportare innovazione al pari delle startup normali, di farlo allo stesso “costo” ed essere allo stesso tempo sostenibili. Il secondo problema è la necessità di grossi investimenti (e spesso di tempi lunghi e scalabilità incerta) per la ricerca e sviluppo. 

Il risultato è, da una parte, la proliferazione di un tipo di green startup, quella che coniuga ambiente e soluzioni smart a basso costo, proprie dell’informatica (app per il risparmio energetico o il car pooling, ad esempio) dall’altra, proprio per la natura “ibrida” di queste startup, il risultato è che il sostegno pubblico alle startup premia la componente green ma non ne fa un cavallo di battaglia. 

Il sostegno europeo alle startup Sostenibile sì, ma solo se combinato al digitale o alla tecnologia. In questa direzione sembra incamminata anche la Commissione Europea: “L’economia digitale è il futuro. Il futuro della nostra società e il futuro dell’economia d’impresa“.

Con queste parole, pochi giorni fa, il Commissario Europeo per l’Agenda Digitale, NeelieKroes (nella foto), ha annunciato il lancio del Manifesto per le startup, una piattaforma che permetterà di sostenere le nuove imprese innovative, gestendo il sostanzioso finanziamento predisposto dalla Commissione Europea al progetto. Ben 100 milioni di euro sono stati predisposti per sovvenzionare circa 1.000 startup e altre imprese altamente innovative per lo sviluppo di app e altri servizi digitali in settori quali i trasporti, la salute, la produzione intelligente, l’energia e i media.

I fondi verranno erogati attraverso 20 consorzi – appartenenti all’ecosistema Internet – tra cui: acceleratori d’impresa, piattaforme di crowdfunding, società di capitale di rischio, spazi di co-working, organismi di finanziamento regionali, associazioni di PMI e imprese tecnologiche.

Benché nelle classifiche sui migliori luoghi dove creare una startup resti saldamente in prima posizione la California, l’Europa e in particolare importanti piazze, come Londra e Parigi, sono considerate ormai da tempo le migliori città europee dove avviare la propria startup, grazie alla presenza di finanziatori (venture capitalists o business angels), politiche fiscali agevolate ed un livello di istruzione elevato. Altre città del Vecchio Continente, però, si stanno ritagliando posizioni sempre più importanti, merito anche di politiche statali di grande respiro. Parliamo in particolar modo di Dublino e di Berlino.

Dublino 

Tassazione agevolata, forme societarie semplificate, buon livello di preparazione dei giovani e la lingua inglese sono invece le caratteristiche che stanno trasformando Dublino nella città europea capace di attirare il maggior numero di startup provenienti dal nuovo continente. Colossi del web come Facebook e Google hanno basato il loro quartier generale nella capitale irlandese e 3 degli 8 migliori acceleratori di impresa europei hanno sede proprio a Dublino. Un’opportunità che i vertici della capitale irlandese sfrutteranno a pieno per uscire dalle secche della crisi economica, offrendo agli startupper nuovi servizi.

Lo slogan per attirare nuove aziende innovatrici sembra essere questo: non preoccupatevi di trovare la vostra sede o un rappresentante legale, concentratevi sullo “starting and growing” (partire e crescere), al resto pensiamo noi. La municipalità di Dublino, insieme alla Camera di Commercio, diventano di fatto venture capitalists, business angels che a parte prestare i soldi offrono alle startup tutto quello che in altri paesi potrebbero solo immaginare.

Berlino 

Secondo il Ministero dell’Economia tedesco, ogni giorno vengono fondate cinque nuove startup, la maggior parte delle quali da parte di cittadini non tedeschi. Le ragioni del successo sono da ricercarsi in un mix di mancanza di burocrazia e bassa tassazione.

La procedura di creazione di una nuova società è semplice e ben definita. Gli investitori stranieri hanno la possibilità di scegliere tra una varietà di forme giuridiche societarie per avviare il proprio business in Germania.

Dal 2008 esiste, ad esempio, la possibilità di creare una società a responsabilità limitata con un capitale minimo di un euro, senza particolari barriere legislative o ostacoli burocratici. Il vero punto di forza della Germania non è solo la competitività della sua tassazione, inferiore al 30% e in alcuni lander addirittura sotto il 23%. Specifici interventi pro-startup sono previsti sotto forma di finanziamenti pubblici diretti come, ad esempio, l’Exist Business Startup Grant, a supporto della preparazione dei progetti delle startup innovative presso università e istituti di ricerca che si propone di aiutare ricercatori, laureati e studenti universitari a sviluppare le proprie idee di prodotti e servizi innovativi.

Il contributo prevede la copertura delle spese di soggiorno, le attrezzature e il coaching, mentre l’istituto ospitante mette a disposizione le proprie infrastrutture e fornisce la necessaria assistenza tecnica. Un’altra iniziativa per favorire la nascita delle startup è l’Erp Startup Fund, attraverso il quale la banca tedesca KfWMittelstandsbank, con il supporto del Ministero Federale Tedesco dell’Economia e della Tecnologia (BMWI), partecipa fino al 50% dell’investimento in piccole aziende innovative nate da non più di 10 anni e in grado di sviluppare nuovi prodotti, processi e servizi (o migliorare sensibilmente quelli già esistenti).

Infine, una menzione particolare merita la “BioRegioInitiative“, finanziata dal Ministero Federale dell’Istruzione e della Ricerca (BMBF) fin dal 1995, per rafforzare l’uso delle biotecnologie in Germania e i risultati della ricerca biotecnologica. Oggi, grazie a questa iniziativa, le giovani aziende sul territorio tedesco specializzate in biotecnologie sono circa 500, di cui ben 220 lavorano nel campo biomedico. La scena tedesca è interessante anche per l’attenzione rivolta alle startup sostenibili.

Il Governo Federale si é imposto di ridurre le emissioni di gas serra entro il 2050 dall’80 al 95% in meno rispetto ai livelli del 1990. Un obiettivo che non si può raggiungere tramite i vecchi canoni ma che necessita di nuovi parametri di innovazione. Le iniziative in questo senso arrivano da diverse istituzioni, in particolare le università. Una delle più interessanti riguarda l’iniziativa “StartUp4Clima” avviata dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con il BorderstepInstitute for Innovation and Sustainability di Berlino, che punta alla creazione di nuove startup in grado di traghettare la Germania verso un’economia “low carbon”.

Vista la mancanza sistematica di documentazione delle attività delle startup in ambito di green economy, l’iniziativa StartUp4Clima si propone anche di utilizzare un innovativo e sistematico approccio, sviluppando e testando nuovi metodi per la realizzazione dei business plan, implementando misure per la formazione e creando un network focalizzato sulle startup green più efficienti. <span class=”s1″>Recentemente un nuovo incubatore, riservato esclusivamente all’innovazione in campo di cambiamento climatico é stato inaugurato proprio a Berlino: il campus di 280 mq ospita una varietà di società che operano nel capo dell’energia pulita e della sostenibilità. Forse vale la pena affrettarsi! 

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su pinterest
Pinterest