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GBEP, partnership globale per le energie verdi***

Dal 2005 lavori trasversali per uno sviluppo sostenibile delle bioenergie nel mondo

16/09/2013

  • Elisa Peduto

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) si impegna dal 2005 sui temi delle bioenergie, della sicurezza alimentare, dei biocombustibili ottenuti da alghe e lo sviluppo delle bioenergie su piccola scala.

Per portare avanti gli impegni presupposti nel 2005 è stato costitutio il Partenariato Globale delle Bionenergie a seguito del Piano d’Azione di Gleneagles (luglio 2005). Sulla base di una iniziativa italiana, i capi di Stato e di governo del G8 hanno concordato quanto segue: “Promuoveremolo sviluppo e la commercializzazione dell’energia rinnovabile: […] lanceremo una Global Bioenergy Partnership per sostenere un più ampio ed efficiente uso delle biomasse e dei biocombustibili, in particolare nei Paesi in via di sviluppo dove l’uso delle biomasse è prevalente, dando seguito al workshop internazionale sulle bioenergie di Roma”.

L’11 Maggio 2006, a New York, avviene il lancio ufficiale della GBEP dopo aver predisposto un Libro Bianco per guidare le attività del Partenariato. Nel 2007, 2008 e 2009, la Globl Bioenergy Partnership (GBEP) ha ricevuto un mandato dal G8 rinnovato di anno in anno. Nel giugno 2010 la GBEP è stata invitata a proseguire il proprio lavoro dal Summit G8 di Muskoka (Canada): “Accogliamo il lavoro svolto dalla Global Bioenergy Partnership (GBEP) e ci impegniamo a facilitare una rapida definizione di criteri e indicatori di sostenibilità volontari, così come di attività di capacity building”.

Eco-news ha intervistato Maria Michela Morese, segretario esecutivo della Global Bioenrgey Partnership (GBEP), che ha sede presso la FAO a Roma, dal 2006. In precedenza ha lavorato per cinque anni presso il ministero italiano dell’Ambiente del Territorio e del Mare, dove è stata assistente del direttore generale nella DG Ufficio Relazioni Internazionali e focalpoint italiano, così come negoziatore, in vari processi ambientali internazionali. Maria Michela Morese (nella foto) ha una laurea in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali, un certificato post-laurea in “Tutela internazionale dei diritti umani fondamentali” da “La Sapienza” di Roma, un Master in “Governance Ambientale” da “La Tuscia” niversità a Viterbo e una dottorato di ricerca in Ecologia Forestale sempre presso “La Tuscia”, Università di Viterbo. 


Dottoressa Morese, che cosa è la GBEP? 
La Global Bioenegy Partnership (GBEP) è un’iniziativa internazionale istituita per attuare gli impegni assunti dai leader del G8 nel 2005 e rinnovata nei seguenti vertici G8. A sette anni dalla sua istituzione e in un momento di intenso dibattito sulle bioenergie, la GBEP sta lavorando attivamente per promuovere le bioenergie per lo sviluppo sostenibile, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare ed energetica. Ad oggi, la GBEP riunisce 37 partner ed altrettanti osservatori fra governi, organizzazioni internazionali e altri soggetti del settore privato e della società civile in un impegno comune per promuovere le bioenergie per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo principale della partnership è fornire ai propri membri un meccanismo per organizzare, coordinare ed incrementare i livelli internazionali di ricerca, sviluppo, applicazione e diffusione commerciale relativi alla produzione, conversione ed uso della biomassa ai fini dell’energia, con particolare attenzione verso i paesi in via di sviluppo. La GBEP fornisce, inoltre, un forum per l’implementazione di politiche efficienti attraverso l’identificazione di metodi e strumenti di supporto agli investimenti e attraverso la rimozione di barriere all’attuazione di progetti di sviluppo in cooperazione. La partnership è attualmente presieduta da Corrado Clini, direttore generale del Ministero Italiano dell’Ambiente del Territorio e del Mare e co-presieduta da Mariangela Rebá, direttore del ministero delle Relazioni Esterne del Brasile. 

Quali sono i risultati auspicati e avete già qualche esempio di successo da raccontare? 
Diversi sono gli obiettivi della GBEP. Ci impegniamo a creare un dialogo politico di alto livello sulle bioenergie, sostenere le politiche nazionali e regionali sulle bioenergie oltre alla loro diffusione sul mercato e facilitare la cooperazione Internazionale. Favoriamo un uso efficiente e sostenibile delle biomasse, e sviluppare progetti concreti nel campo delle bioenergie e incoraggiamo lo scambio di informazioni e di conoscenze tecniche e tecnologiche attraverso l’identificazione e la promozione di potenziali aree di cooperazione bilaterale e multilaterale. Ci occupiamo di facilitare l’integrazione delle bioenergie nei mercati dell’energia, analizzando e superando le barriere esistenti al loro sviluppo e agiamo come un’iniziativa trasversale, in sinergia con le altre attività rilevanti, evitando duplicazioni.

Nel 2011 la GBEP ha sviluppato un set di ventiquattro indicatori volontari di sostenibilità per la bioenergia. Tali indicatori, concordati a maggio 2011 e poi pubblicati a dicembre 2011 in un rapporto completo di 24 metodologie per guidare la misurazione degli indicatori, hanno lo scopo di informare i decisori politici e potranno essere impiegati per analisi sulle bioenergie a livello nazionale. Gli indicatori GBEP sono attualmente in fase di sperimentazione in diversi paesi (tra cui Colombia, Germania, Ghana, Indonesia, Olanda e Stati Uniti) per valutare la loro praticità e poterne così migliorare l’efficacia, nonché per permeare il processo decisionale relativo alle politiche bioenergetiche dei paesi in cui sono applicati. Inoltre, la GBEP ha pubblicato nel gennaio 2011 un quadro metodologico comune destinato a decisori politici e ad altri portatori di interesse per la valutazione dell’impatto delle emissioni di gas serra dal ciclo di vita delle bioenergie e per comparare in modo coerente le relative metodologie impiegate.

Attualmente il lavoro della partnership si concentra su una serie di attività d capacity building e di sensibilizzazione dei potenziali benefici delle moderne bioenergie sostenibili utilizzando strumenti diversi tra i quali seminari, viaggi di studio, forum pubblici e altre attività con il fine di presentare le pratiche sostenibili e di valutare le risorse disponibili. 

Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi del settore delle bioenergie? 
I membri GBEP sono convinti che le moderne bioenergie rappresentino un’eccellente opportunità per realizzare uno sviluppo sostenibile, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al raggiungimento della sicurezza alimentare ed enegetica. D’altra parte, sono anche perfettamente consapevoli del fatto che la sempre più rapida crescita della domanda e offerta di bioenergia possa rivelarsi problematica. Per questo il tema della sostenibilità è fondamentale ed è al centro delle attività della GBEP. È alla luce di questo che la partnership ha lavorato duramente er concordare, a livello politico internazionale, un insieme di indicatori di sostenibilità per le bioenergie per poi iniziarne l’attuazione in diversi aree geografiche mondiali, al fine di orientare i decisori politici verso un percorso di sviluppo sostenibile delle bioenergie.

LE SEDI NEL MONDO 
La GBEP rappresenta un forum di collaborazione tra i suoi Partner che comprendono 23 paesi e 14 organizzazioni e istituzioni internazionali: Argentina, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Isole Fiji, Francia, Germania, Ghana, Italia, Giappone, Mauritania, Messico, Paesi Bassi, Paraguay, Russia, Spagna, Sudan, Svezia, Svizzera, Tanzania, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), Commissione Europea, L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO, La Banca interamericana di sviluppo (IDB), l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), il Dipartimento elle Nazioni Unite per gli Affari economici e Sociali (UN / DESA), il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), l’Organizzazione per lo Sviluppo Industriale delle Nazioni Unite (UNIDO), la Fondazione delle Nazioni Unite, il Consiglio mondiale per le energie rinnovabili (WCRE) e la European Biomass Industry Association (EUBIA). Altri 26 paesi e 11 organizzazioni internazionali e istituzioni vi partecipano in qualità di osservatori: Angola, Australia, Austria, Cambogia, Cile, Danimarca, Egitto, El Salvador, Etiopia, Gambia, India, Indonesia, Kenya, Laos, Madagascar, Malaysia, Marocco , Mozambico, Norvegia, Perù, Ruanda, Sud Africa, Thailandia, Tunisia, Vietnam, Zimbabwe, la Banca Africana di Sviluppo (AfDB), la Banca Asiatica di Sviluppo (BAD), la Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL), l’Agenzia europea per l’ambiente (SEE), il Global Environment Facility (GEF), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), l’Organizzazione degli Stati Americani (OAS), l’Unione Economica e Monetaria Ovest-Africana (UEMOA), il Centro Agroforestale mondiale (ICRAF), la Banca Mondiale ed il World Business Council for Sustainable Development (WBCSD).

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