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Per i piccoli malati di Rete nasce un Centro multidisciplinare

Tanti i problemi che possono intervenire in età critiche dello sviluppo: da disfunzioni della sfera cognitiva e comportamentale a problemi di vista e di postura, fino anche a patologie psichiatriche
  • Rossella Cravero

Sono sempre di più le giovanissime vittime della Rete che diventano schiavi psicologicamente di smartphone, tablet e pc. Per loro il rischio è di vedere crescere disturbi dello sviluppo cognitivo, della salute psichica, oltre a problemi ortopedici e di vista. 

Per dare una risposta a queste nuove patologie nasce a Roma al Policlinico A. Gemelli il primo centro multidisciplinare per aiutare bambini e adolescenti preda della rete.

L’Accademia Americana di Pediatria rivela che i giovani trascorrono in media circa 7 ore al giorno davanti a TV, computer, cellulari e altri dispositivi elettronici, a dispetto delle 2-3 ore giornaliere consigliate. “il centro rappresenterà un’esperienza pilota in grado di affrontare il problema delle dipendenze da rete a 360 gradi, per la prima volta si offrirà una presa in carico completa aiutando i ragazzi e le loro famiglie nell’affrontare tutte queste problematiche”. 

L’età con cui i ragazzi si relaziono con la Rete si sta abbassando sempre di più, dando ai più piccoli un potere che non sono in grado di gestire. Ed è proprio questa incapacità che genera poi uno stato di ansia che si può tradurre nelle forme più diverse. 

“Il Centro sarà il primo in Italia a integrare discipline diverse nello stesso percorso clinico – spiega il professor Tonioni, Istituto di Psichiatria, Università Cattolica del Sacro Cuore, Responsabile dell’Area delle Dipendenze da Sostanze e delle Dipendenze Comportamentali – Per i bambini e gli adolescenti un uso disfunzionale del tempo passato online può innescare distorsioni nei processi di costruzione dell’identità e dell’immagine personale correlate a nuovi fenomeni dissociativi, portando alla dipendenza patologica e a segnali crescenti di ritiro sociale, con aspetti sovrapponibili al fenomeno giapponese “Hikikomori” (coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento ndr.).

Allo stesso modo – rileva Tonioni – le trasformazioni neurocognitive, conseguenti a un modo diverso di interagire con la realtà aprono dinamiche nuove nella clinica e nella riabilitazione dei disturbi dell’apprendimento e di quelli legati all’area neurologica”.

Inoltre la permanenza eccessiva di bambini e adolescenti davanti a pc, smartphone e consolle digitali può avere conseguenze sullo sviluppo e il sano funzionamento del corpo, intervenendo negativamente sulla vista, sulla postura e indirettamente sull’obesità infantile.

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