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Trasgressione ecologica, irresponsabile e amorale

Dopo quasi quattro anni di impegno a tutto campo nell’esaltazione delle politiche eco-sostenibili nazionali e internazionali, Eco-news promuove il “progetto regioni””. Proprio così, dal numero in corso la nostra testata, offrirà ai lettori inserti territoriali che porranno in luce azioni virtuose delineate dalle regioni italiane più responsabili.

La nuova prospettiva che si intende tracciare è tesa a raccogliere testimonianze tangibili dalle aree più propositive e più evolute sotto il profilo eco-friendly, al fine di dare dimostrazione, attraverso le best practices esistenti, della effettiva ripetibilità di tali iniziative. Una lente d’ingrandimento sulle attività amministrative più lungimiranti che, nel nostro Paese, stanno crescendo sensibilmente e che rappresentano il vessillo delle capacità politico-partecipative di cui godono i territori.

Un’altra novità, che inauguriamo in questa edizione, è la rubrica Eco-food a cura di Elena Bianco, giornalista esperta di cibo e viaggi, che ci condurrà alla scoperta di sapori e atmosfere singolari. Siamo consci che questi ulteriori focus riusciranno ad avvicinare i fruitori della nostra comunicazione alle specificità e alle eccellenze particolari, che fanno grande il valore collettivo nazionale.

In aggiunta a queste doverose premesse, vorrei elargire alcune considerazioni sull’argomento che abbiamo analizzato in questo numero. Si tratta dello spinoso tema concernente gli allarmanti disagi e dissesti idrogeologici che colpiscono sempre più frequentemente l’Italia. Un diffuso e inarrestabile “”crollo”” della tenuta territoriale nazionale che, bistrattata nella sua naturale essenza, si sfalda e sbriciola sotto i nostri occhi.

Troppi i disastri cui assistiamo con impotenza e attonito stupore, connessi alle irresponsabilità amministrative e civiche, per incuria nella gestione e pulizia dei corsi d’acqua, per aver costruito al margine di fiumi e torrenti, in aree a rischio.

Problemi oggi esasperati dalle tropicalizzazioni del clima. “La mancanza di cultura geologica è portata dall’abusivismo edilizio, il problema degli incendi, la non manutenzione della pulizia dei fiumi etc. In Italia manca una reale sensibilità delle persone e abbiamo bisogno di un reale impegno nel far capire al cittadino le necessità del territorio che occupa”” spiega nell’intervista concessa alla nostra redazione Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale di geologia. Anche il noto meteorologo Luca Mercalli, ascoltato da Eco-news, ha confermato che, alla base di questi disastri, vi sono politiche poco lungimiranti, a corto raggio, gravate da una urbanizzazione selvaggia.

Rispondendo alla domanda relativa all’individuazione delle cause e responsabilità che hanno contribuito all’intensificarsi di tali accadimenti, lo stesso evidenzia: “”La speculazione edilizia vista nel dopoguerra – dagli anni ’60 in poi – ha usato il territorio là dove conveniva, senza avere una visione a lungo termine, sapendo che le alluvioni talvolta per manifestarsi hanno i cosiddetti “”tempi di ritorno”” di cinquanta, cento anni.”” Di grande attualità e interesse anche l’articolo a firma di Veronica Ulivieri sull’alluvione in Maremma e sul lento ritorno alla “”normalità.”” Siamo convinti che diffondere informazioni e comunicazioni efficaci per suffragare stimoli significativi nell’attenuazione di questi fenomeni, con interventi preventivi, rappresenti una forma di disponibilità e apertura sociale. Bisogna evitare di compiere irrimediabili ferite al paesaggio, con irresponsabili atti che violano l’etica e il rispetto dei beni pubblici ambientali.

La “”trasgressione ecologica”” deve essere avversata dal buon senso di ognuno e da leggi più stringenti. Non è morale né ammissibile pensare di lavarsi le coscienze con “”irrispettosi condoni””, volti a sanare illeciti exit post. Non si possono più tollerare “”rimedi postumi”” attraverso il mero pagamento di sanzioni pecuniarie, quali antidoti al “”vulnus”” inferto al patrimonio ambientale nazionale. Non ci si può redimere, con semplicistiche soluzioni “”monetarie””, per i danni, spesso irrimediabili, apportati agli interessi collettivi.

La correttezza civica deve poter tornare a prevalere su soprusi e personalismi egoistici da contrastare alla radice. Bisogna riscoprire il senso alto dell’esistenza comune, rimembrando quanto enunciato dal Sommo Poeta: “”Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza””! Anteporre la virtù e la lealtà delle proprie azioni, nell’osservanza delle regole, è fondamento di un mondo più giusto. Di un futuro più equo.

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