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Giovani e ambiente, una nuova coscienza***

I nuovi giovani irrompono propositivamente, se vogliamo anche nella rabbia indignata, per riappropriarsi della scenografia di un pianeta

Paolo De Nardis

La partecipazione popolare, in particolare dei giovani, al referendum del 12 e 13 giugno scorsi rappresenta per il sociologo un indicatore importante della nuova effervescenza giovanile in Italia e per lo storico futuro un momento di svolta evidente, nonché di recupero di impegno da parte del pianeta giovani sulle tematiche ecologiche e ambientali.

Apparentemente non siamo più di fronte all’esplodere di un certo tipo di protesta studentesca, di impegno politico e di radicalizzazione di larghe masse giovanili che videro nel ’68 e negli anni immediatamente successivi l’esplodere dei fenomeni della disoccupazione e dell’emarginazione sociale. Da lì partì in effetti la rabbia condizionata dall’esclusione, ma anche una formidabile spinta innovativa.

Oggi recuperare i valori ambientali per i giovani significa recuperare la possibilità del progetto del futuro riconoscendosi nel valore dell’acqua come bene comune, del No al nucleare come possibilità di sicurezza esistenziale e nel valore dell’eguaglianza di fronte alla legge, i nuovi giovani irrompono propositivamente, se vogliamo anche nella rabbia indignata, per riappropriarsi della scenografia di un pianeta che l’egoismo generazionale degli ultimi decenni improntati alla logica del profitto e al liberismo selvaggio dei mercati globalizzati e senza regole (appunto “scatenati”) aveva reso esteticamente ed eticamente inaccettabili.

La recente repressione nei riguardi dei dimostranti “No Tav in Val di Susa”, da questo punto di vista, è la risposta folle e irrazionale a un movimento che, attraverso nuovi modi di comunicare in virtù della rete mediatica di nuove tecnologie, recupera nell’etica ecologica i propri punti fondamentali per l’avvio della propria storia.

A volte di quelle storie senza storia, perché neglette dalla storiografia ufficiale, che però fanno la storia. Perciò l’individuo sociale non è soggetto altro rispetto all’ambiente e l’ambiente non è mera sfera esteriore dell’individuo. Ed è soprattutto nei giovani che la riscoperta ecologica diventa recupero dell’alterità e riconoscimento della pluralità delle convivenze.

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