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Lavorare in fattoria didattica***

Gli operatori guidano grandi e piccini alla scoperta della campagna, che può rivelarsi terapeutica

04/07/2014

Veronica Ulivieri

Abbiamo iniziato con gruppi di 10 persone. Adesso accogliamo anche 100 persone in un giorno, che arrivano da noi per passare una giornata in mezzo alla natura, stare a contatto con gli animali, scoprire di più sulle api e sul miele”. Wanda Camusso lavora alla fattoria didattica Propolis, a pochi chilometri dal centro di Torino. Grazie all’interesse crescente verso esperienze come queste, negli ultimi anni è nata una figura professionale nuova: quella dell’educatore di fattoria didattica. Un lavoro che richiede competenze e non consente l’improvvisazione: “A Propolis lavorano persone con lauree in Scienze naturali, agrarie, o biologiche, oppure in Scienze dell’educazione”.

Oltre ad avere le basi teoriche, chi opera in una struttura simile deve avere la capacità di interessare le persone: “Da noi non arrivano solo classi, ma anche giovani, adulti, famiglie, anziani, disabili. Bisogna saper coinvolgere questi diversi tipi di persone: con i bambini molto piccoli comunichiamo con fiabe e racconti, con gli adulti puntiamo su un linguaggio diverso che li guidi nella scoperta del nostro mondo. Non sempre chi viene ha un’idea precisa della vita in campagna, oppure di come si ottiene un vasetto di miele: qui osservano tutto il processo e danno più valore a cosa mangiano”. Gli operatori, poi, aiutano i bambini nelle attività dell’orto e fanno da “intermediari” anche nel rapporto con gli animali, che può rivelarsi terapeutico: “A Propolis organizziamo per esempio percorsi per prendersi cura degli asini: molto utili per poi migliorare le relazioni con gli altri e la fiducia in sé stessi”. 

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